Ma che san Francesco è quello portato in tv dalla Lux Vide del cattolicissimo Ettore Bernabei? Quando il racconto ha toccato il tasto delle crociate, quel che sappiamo dai resoconti dell’epoca è stato capovolto come una frittata.
Davanti al sultano Malik al-Kamil, san Francesco non chiese affatto perdono per l’offensiva dell’esercito cristiano. Dalla testimonianza di frate Illuminato, che l’accompagnò nella missione, sappiamo che il santo disse invece:
“I cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla sua religione quanti più uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare e adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi”.
Quanto poi al dialogo interreligioso, sappiamo da san Bonaventura che san Francesco col sultano andò subito al sodo, mettendo nel conto che rischiava il martirio:
“Predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo”.
E quando capì che nessuno gli dava retta? “Vedendo che non faceva progressi nella conversione di quella gente e che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani”.
Contro le moderne “mutilazioni” di san Francesco è utile ripassare quanto ha detto Benedetto XVI ad Assisi, lo scorso 17 giugno: “Perché san Francesco ‘è un vero maestro’ per i cristiani d’oggi“.