Chiesa e Religione

Benedetto XVI ordina: stop alla fantasia liturgica dei Neo-Catecumenali

33161. ROMA-ADISTA. Il papa dà, il papa toglie. Dopo il rapporto idilliaco instaurato con Giovanni Paolo II, per i neocatecumenali il pontificato di Benedetto XVI non è iniziato sotto i migliori auspici: il movimento fondato da Kiko Argüello incassa infatti dal nuovo papa un primo durissimo stop alla sua sinora irresistibile ascesa (culminata, nel 2002, con il riconoscimento pontificio, v. Adista nn. 53 e 55/02).
Su disposizione di Benedetto XVI, il card. Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha inviato ai tre massimi dirigenti del Cammino, Kiko Argüello, Carmen Hernandez e don Mario Pezzi una lettera di due pagine in cui si elencano una serie disposizioni restrittive alle celebrazioni liturgiche del movimento. Alle nuove norme decise dal papa i neocatecumenali dovranno d'ora in poi ad attenersi. 

A differenza di Wojtyla, il cui approccio "carismatico" era per molti versi vicino a quello del Cammino, Ratzinger, legato invece a una visione rigidamente ortodossa e tradizionale della fede, ha sempre mal tollerato le innovazioni che Kiko ed i suoi seguaci hanno introdotto nel loro modo di celebrare la messa. Anzitutto le comunità (gruppi di circa 30 persone) del Cammino Neocatecumenale celebrano l'eucarestia il sabato sera e non la domenica. Ciascuna comunità celebra inoltre per proprio conto, per cui in parrocchie dove il movimento è molto radicato il sabato si arrivano a celebrare decine di messe; i neocatecumenali fanno la comunione seduti attorno al banchetto eucaristico, non consacrano ostie, ma una grossa pagnotta che viene divisa fra i commensali (con scarsa attenzione ai frammenti eucaristici caduti dalla mensa, che durante il rito tradizionale vengono invece raccolti con scrupolosa attenzione, perché, secondo i cattolici, c'è presenza reale di Gesù nell'eucarestia anche nei frammenti più piccoli del pane consacrato); i neocatecumenali fanno sempre la comunione nelle due specie (pane e vino), facendo circolare di mano in mano il calice (sostituito a volte da boccali), anche se la Chiesa limita questo tipo di comunione solo a particolari casi; durante la liturgia della Parola, le letture sono introdotte da lunghe monizioni, fatte dai catechisti della comunità, spesso vere e proprie omelie che sostituiscono quella del sacerdote; al termine delle letture, i presenti attraverso quelle che vengono definite "risonanze" condividono con la comunità ciò che la Parola ha loro ispirato; lo scambio della pace (momento a cui le comunità attribuiscono notevole valore) avviene prima dell'offertorio, come nel rito ambrosiano; nelle messe dei neocatecumenali, che intendono così ricalcare il modo di celebrare delle prime comunità cristiane, non vengono recitati né il gloria, né il credo. 

La lettera della Congregazione per il Culto Divino, elenca, in sei punti, le nuove rigide disposizioni a cui i seguaci di Kiko devono attenersi quando celebrano l'eucarestia: almeno una volta al mese dovranno partecipare alla messa insieme a tutta l'assemblea parrocchiale; dovranno evitare lunghe monizioni a commento delle letture; lasciare al sacerdote il compito di pronunziare l'omelia; limitare l'uso delle "risonanze"; ricevere la comunione nel modo previsto dalla normale prassi liturgica. Dalla quale solo per quello che riguarda lo scambio della pace ai neocatecumenali è concessa, "fino ad ulteriore disposizione", la possibilità di derogare.
Diversa la lettura data alla lettera vaticana da Giuseppe Gennarini, responsabile del Cammino negli Stati Uniti. In una intervista all'agenzia Zenit, Gennarini afferma che il fatto stesso che alle Comunità venga concesso di celebrare il sabato è un' importante concessione. "Anche le ‘risonanze' prima dell'omelia sono state accettate", così come il segno della pace prima dell'offertorio. "Infine, l'attuale modo di distribuire la comunione è permesso per un lungo periodo ad experimentum". Gennarini smentisce anche che tra papa Benedetto e i neocatecumenali i rapporti siano difficili: "La nostra relazione con Benedetto XVI, prima d'essere Papa, è sempre stata molto buona. L'allora cardinale Ratzinger conobbe il Cammino negli anni ‘70 e lo introdusse in Germania, nella sua patria. Come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ci ha sempre aiutato ed ha citato il Cammino in modo veramente positivo nei suoi vari libri". 

Di seguito, riproduciamo il testo della lettera riservata del card. Arinze ai tre leader del movimento neocatecumenale. (valerio gigante) 



Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum
Prot. 2520/03/L
Dalla Città del Vaticano, 1 dicembre 2005


Egregi Signor Kiko Argüello, Sig.na Carmen Hernandez e Rev.do Padre Mario Pezzi,
a seguito dei dialoghi intercorsi con questa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti circa la celebrazione della Santissima Eucaristia nelle comunità del Cammino Neocatecumenale, in linea con gli orientamenti emersi nell'incontro con Voi dell'11 novembre c.a., sono a comunicarVi le decisioni del Santo Padre.
Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla. Inoltre, circa alcuni elementi si sottolineano le indicazioni e precisazioni che seguono:
1. La Domenica è il "Dies Domini", come ha voluto illustrare il Servo di Dio, il Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica sul Giorno del Signore. Perciò il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo con il Vescovo diocesano affinché traspaia anche nel contesto delle celebrazioni liturgiche la testimonianza dell'inserimento nella parrocchia delle comunità del Cammino Neocatecumenale. Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale.
2. Circa le eventuali monizioni previe alle letture, devono essere brevi. Occorre inoltre attenersi a quanto disposto dall'"Institutio Generalis Missalis Romani" (nn. 105 e 128) e ai Praenotanda dell'"Ordo Lectionum Missae" (nn. 15, 19, 38, 42).
3. L'omelia, per la sua importanza e natura, è riservata al sacerdote o al diacono (cfr. C.I.C., can. 767 § 1). Quanto ad interventi occasionali di testimonianza da parte dei fedeli laici, valgono gli spazi e i modi indicati nell'Istruzione Interdicasteriale "Ecclesiae de Mysterio", approvata "in forma specifica" dal Papa Giovanni Paolo II e pubblicata il 15 agosto 1997. In tale documento, all'art. 3, §§ 2 e 3, si legge:
§ 2 - "È lecita la proposta di una breve didascalia per favorire la maggior comprensione della liturgia che viene celebrata e anche, eccezionalmente, qualche eventuale testimonianza sempre adeguata alle norme liturgiche e offerta in occasione di liturgie eucaristiche celebrate in particolari giornate (giornata del seminario o del malato, ecc.) se ritenuta oggettivamente conveniente, come illustrativa dell'omelia regolarmente pronunciata dal sacerdote celebrante. Queste didascalie e testimonianze non devono assumere caratteristiche tali da poter essere confuse con l'omelia".
§ 3 - "La possibilità del ‘dialogo' nell'omelia (cfr. Directorium de Missis cum Pueris, n. 48) può essere, talvolta, prudentemente usata dal ministro celebrante come mezzo espositivo, con il quale non si delega ad altri il dovere della predicazione".
Si tenga inoltre attentamente conto di quanto esposto nell'Istruzione "Redemptionis Sacramentum", al n. 74.
4. Sullo scambio della pace, si concede che il Cammino Neocatecumenale possa usufruire dell'indulto già concesso, fino ad ulteriore disposizione.
5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell'altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.
6. Il Cammino Neocatecumenale deve utilizzare anche le altre Preghiere eucaristiche contenute nel messale, e non solo la Preghiera eucaristica II.
In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della Santa Messa, segua i libri liturgici approvati, avendo tuttavia presente quanto esposto sopra ai numeri 1, 2, 3, 4, 5 e 6.
Riconoscente al Signore per i frutti di bene elargiti alla Chiesa mediante le molteplici attività del Cammino Neocatecumenale, colgo l'occasione per porgere distinti saluti.
+ Francis Card. Arinze
Prefetto

    Para citar este texto:
"Benedetto XVI ordina: stop alla fantasia liturgica dei Neo-Catecumenali"
MONTFORT Associação Cultural
http://www.montfort.org.br/ita/imprensa/igreja/20060109/
Online, 22/12/2024 às 01:04:57h